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Il DNA rivela che i lupi himalayani hanno sviluppato adattamenti genetici per vivere ad alta quota

[4 Febbraio 2019]

Nel 2016, dopo che da due settimane Geraldine Werhahn stava inseguendo i lupi sulle montagne del distretto di Dolpa nel nord del Nepal, a un’altitudine media di 4.000 metri, si imbatté in una famiglia con cuccioli.La ricercatrice dell’Himalayan Wolves Project era alla sua terza spedizione nell’area alla ricerca di questi inafferrabili lupi e durante la prima spedizione i montanari nepalesi la avvertirono che i lupi non vivevano alle quote dove li stava cercando ma molto più in alto. Solo durante spedizione la Werhahn vide da lontano alcuni esemplari e si dovette accontentare di raccogliere campioni di feci.

Nel 2016, quando il suo team si fermò al crepuscolo per montare il campo, la Werhahn piazzò la sua telecamera e, con sua grande sorpresa, inquadrò una famiglia di lupi in lontananza, dall’altra parte della valle.Nei cinque giorni la ricercatrice si svegliò all’alba, con il terreno e le piante ancora ghiacciati, per filmare e fotografare i cuccioli di lupo dell’Himalaya giocare, nutrire e sorvegliare i rapaci in volo che avrebbero potuti ghermirli. Alla fine, ne è venuto fuori il video che pubblichiamo, il primo di una tana di lupo himalayano con i lupacchiotti.

Ma da quelle spedizioni è venuto fuori anche lo studio “The unique genetic adaptation of the Himalayan wolf to high-altitudes and consequences for conservation”, publicato su Global Ecology and Conservation da un team di ricercatori britannici, nepalesi, kirghisi e spagnoli dal quale emerge «una forte evidenza che questi lupi dovrebbero essere riconosciuti come una sottospecie di lupo grigio, adattata unicamente a vivere in alta quota, se non una specie completamente distinta».
La Werhahn, della Wildlife conservation research unit dell’ Oxford University e principale autrice dello studio, spiega che «Il lupo himalayano è più distinto rispetto a qualsiasi sottospecie di lupo grigio attualmente riconosciuta». Come ha scoperto la Werhahn durante un’altra spedizione nel 2017, i lupi himalayani vivono non solo nell’Himalaya, ma anche nell’altopiano tibetano, con un’areale che va da Nepal alla Cina e all’Himalaya indiano, ma i lupi del vicino Kirghizistan sono per lo più grigi lupi con alcuni esemplari che sembrano essersi ibridati cin i lupi himalayani.

Per rintracciare questi sfuggenti carnivori, le spedizioni guidate dalla Werhahn si sono avventurate in aree sempre più in alto e sempre più remote e la ricercatrice sottolinea in un’intervista a Smithsonian Magazine che «Ci vuole davvero molta pazienza.Ci sono stati giorni in cui non abbiamo trovato nulla, e ci sono stati giorni in cui siamo stati davvero vicini a un sito di una tana ed ho campionato 30 feci in 5 ore, Ormai sono una cacciatrice di cacche di lupi professionista.Sono diventata così brava in questo che ora posso distinguere tra la cacca di lupo e di leopardo delle nevi solo dall’odore».

I campioni di feci si sono rivelati essenziali perché hanno fornito il DNA mitocondriale, il materiale genomico nucleare e altri elementi genetici che successivamente Werhahn e il suo team hanno analizzato, scoprendo così che i lupi himalayani si sono allontanati dai lupi grigi tra i 691.000 e 740.000 anni fa.
La Werhahn non è sicura se questa analisi genetica significhi che i lupi saranno riconosciuti come una specie separata, ma crede che «Dovrebbero essere riconosciuti almeno come sottospecie International Union for Conservation of Nature (Iucn) che deve prendere una serie di decisioni sulle classificazioni delle popolazioni di lupi grigi in generale».

Intanto gli scienziati discutono che nome scientifico dare a questa possibile nuova specie/sottospecie, Nei secoli passati i ricercatori li hanno chiamati Canis chanco,Canis lanigereCanis filchneri, mentre la Werhahn e altri ricercatori indiani utilizzano ilCanis (lupus) himalayensis.Probabilmente una decisione ufficiale verrà presa entro il prossimo anno.

Secondo Lisette Waits, professoressa di biologia conservativa all’università dell’Idaho che ha studiato lupi grigi negli Usa e in Mongolia e che non è stata coinvolta nello studio di Werhahn, ha detto allo Smithsonian Magazine che il recente studio «E’ un documento potente d e un grande esempio di utilizzo di tecniche non invasive come la raccolta di escrementi per ottenere campioni di DNA. In quel territorio, sarebbe molto difficile uscire e intrappolare i lupi», che lo sa bene, visto che è stata per diverso tempo sulle montagne del Nepal alla ricerca dei leopardi delle nevi e di tigri. La Waits è convinta che «Le prove genetiche dimostrano che questi lupi sono unici tra le altre popolazioni di lupi grigi che il tem ha campionato.E’ chiaramente un lignaggio evolutivo distinto».

Anche secondo Klaus Koepfli, del Center for species survival dello Smithsonian conservation biology iInstitute, «Le prove sono abbastanza forti da suggerire che i lupi himalayani rappresentino almeno una sottospecie di lupo grigio.Tuttavia, dovrebbe essere mappato il genoma completo prima di poter dire molto di più.Che si tratti di una specie unica o meno, la giuria è ancora riunita».

Uno dei principali risultati del team della Werahn è che i lupi himalayani hanno un adattamento genetico assente nei i lupi grigi che li aiuta ad affrontare meglio un ambiente alle alte altitudini con scarso ossigeno, i ricercatori dicono che in questo i lupi sono simili ai tibetani che vivono nell’area e che «Una parte del genoma del lupo himalayano consente ai cuori degli animali di elaborare in modo più efficiente l’ossigeno, una merce rara nelle montagne».

Ma le differenze sono anche comportamentali: il lupo himalayano ulula in maniera diversa dagli altri lupi, con ululati più brevi e leggermente più bassi rispetto ai richiami notturni dei lupi grigi.

Ma l’adattamento genetico di questi lupi non li aiuta ad affrontare la più grande minaccia: gli esseri umani.

Nell’Himalaya, i lupi vengono abbattuti a fucilate o usando veleno o lacci.I lupi himalayani vengono spesso abbattuti dai pastori che temono che questi predatori attacchino il loro bestiame, che spesso è l’unico mezzo di sostentamento di cui dispongono.«Lassù è una vita dura», dice Werhahn.

Durante la spedizione del 2016, Werhahn, ogni volta che i nomadi passavano attraverso il suo campo, è stata costretta a tenere nascosto il fatto che il suo team stava osservando una famiglia di lupi che aveva fatto la tana dall’altra parte della valle e spiega che «La gente uccide spesso i lupi che incontra, accendono fuochi vicino all’ingresso [delle tane] e mettono pietre per bloccarne le uscite. Fondamentalmente, fanno fumo per fare in modo che i cuccioli soffochino all’interno della tana, Delle 5 tane che ho scoperto durante la mia spedizione del 2016, 3 mostravano segni che gli animali erano stati affumicati».

Il problema è che questi lupi non hanno spazi per evitare scontri con le persone.Anche se il Nepal ha parchi nazionali, i pastori sono autorizzati a portare liberamente le loro mandrie nelle aree protette. La Werhahn ricorda che «I lupi himalayani preferiscono le prede selvatiche. ma le mandrie di yak domestici che attraversano il loro territorio spesso spaventano gli animali selvatici, lasciando ai lupi poca scelta se non quella di cacciare giovani yak o le capre nella mandria».

Poi c’è il vero e proprio bracconaggio per rifornire il mercato tradizionale della medicina cinese: le parti di lupo vengono pagate bene e le popolazioni locali vedono in questi rari carnivori l’occasione per fare un po’ di soldi.Ma la Werhahn non ha perso la speranza: «La crescente consapevolezza tra nepalesi e tibetani ha contribuito a facilitare la conservazione del leopardo delle nevi e spero che una cosa simile possa aiutare a proteggere il lupo himalayano. Attualmente non ci sono dati sufficienti per determinare in modo definitivo se queste popolazioni di lupi stiano diminuendo o meno.Ma se l’Iucn classificasse i lupi himalayani come una specie o sottospecie unica, i ricercatori potranno portare i dati ai governi cinese e nepalese per cercare di stimolare gli sforzi di conservazione».

E i vagabondaggi della Werhahn sulle montagne dell’Himalaya alla ricerca di branchi e feci di lupi non sono ancora finiti: sospetta che anche il piccolo regno del Bhutan possa ospitare qualche popolazione di questi lupi che, specie o non specie, sono una meraviglia dell’evoluzione.

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